Ho fatto Degoogling!

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Ho iniziato a fare “degoogling” dei servizi online che uso. Ecco com’è andata.

Ci sono momenti in cui la mia consapevolezza raggiunge un picco e inizio a fare dei cambiamenti.
Ho rivisto completamente l’uso che faccio dei servizi web, spesso offerti gratuitamente dai colossi americani.
Il mio obiettivo: Google. Una consapevolezza maturata lentamente, fino al classico “click” mentale che mi ha portato a ridurre (quasi) a zero la mia dipendenza.

Cosa significa fare “degoogling”

Vuol dire smettere o ridurre drasticamente l’utilizzo dei servizi Google e sostiturli con alternative preferibilmente open-source.
Su Reddit ho trovato una community con il medesimo obiettivo.

Anche l’attuale contesto geopolitico ha influito: la politica estera americana (soprattutto sotto Trump) dovrebbe far riflettere l’Unione Europea sull’urgenza di ridurre la dipendenza tecnologica Americana.
Sulla scia di questo ulteriore motivo ho trovato un’altra community focalizzata sull’acquisto di soli prodotti europei.

Da dove ho iniziato?

E-mail

Ho migrato da Gmail a Proton Mail, un servizio e-mail open-source, gestito dalla fondazione no-profit Proton basata in svizzera.
Vengono offerti anche altri servizi utili come Proton Drive (alternativa a Google drive), Proton Pass (un password manager), Proton VPN e di recente anche Proton Authenticator per gestire i codici per l’autenticazione a due fattori.

Per il momento non ho eliminato del tutto la mia e-mail Gmail perchè la continuo a usare principalmente per Youtube.

Autenticazioni

Ho sostituito Google SSO con l’autenticazione classica username/password. Sicuramente meno comodo rispetto al semplice click “Login con Google” ma per questo mi viene in aiuto Proton Pass.

Sistema Operativo

Da qualche anno mi sono immerso completamente nel mondo Linux, precisamente Arch linux, mentre come Browser uso Firefox e DuckDuckGo come motore di ricerca.
Sto cercando anche delle alternative Europee a questi due servizi ma senza risultati.

Lo Smartphone: l’elefante nella stanza

Android è Google-centrico, lo sappiamo. Serve un account Google per usarlo e la ritengo una forzatura inaccettabile.
Cercando alternative, mi sono imbattuto nel Fairphone, un prodotto europeo (Olandese) con delle caratteristiche interessanti.
Sono rimasto piacevolmente colpito dalla loro missione di produrre smartphone modulari, sostenibili e composti da materiali estratti e assemblati da personale non sfruttato.
Di questo smartphone c’è sia la versione con preinstallato Android ma anche quella con e/OS, fornita da Murena. È su base Android ma modificata con la rimozione di tutti i servizi Google e con l’aggiunta di software per la gestione della privacy. Ad esempio, ci sono degli “switch” per disabilitare la camera, il microfono, abilitare una VPN preinstallata, attivare una finta geolocalizzazione, bloccare tutti i tracciamenti delle app e tanto altro permettendo cosi di riottenere il controllo dei dati.

switch principali per la privacy sezione dedicata ai tracciamenti da parte delle app

I compromessi

Ovviamente non tutto è perfetto e ci sono dei compromessi che bisogna tenere in considerazione.
Per il mio uso personale ho rilevato alcuni problemi:

Google Sheet

Lo usavo per tenere traccia delle mia entrate e uscite. Creando un account Murena, che a differenza di Google non è obbligatorio per usare lo smartphone, si ha a disposizione la suite open-source OnlyOffice con cui tra le altre cose ci sono i fogli di calcolo.
Nonostante riesca a usarlo, devo ammettere che Google sheet funziona molto meglio a livello di esperienza utente, però con un po di pazienza si riesce a svolgere il lavoro.

Google Maps

Il sistema e/OS fornisce un’alternativa open-source che purtroppo non è comparabile, per esempio spesso non rileva la mia posizione velocemente e ci devo giocare un po’ prima e poi mancano tante altre funzionalità come le recensioni e l’aggiornamento delle mappe con i dati recenti.
Ho risolto in parte scaricando la versione mobile del sito Google maps, quindi come PWA (Progressive Web App), l’esperienza utente non è fluida come quella di un’App nativa ma sicuramente è meglio di quella preinstallata.

Revolut

Al momento non funziona su e/OS (rileva un sistema non “ufficiale”). La community è attiva per trovare una soluzione attraverso questa segnalazione su Gitlab.
Con il rilascio della versione 3.1.1 di e/OS ora è possibile accedere a Revolut senza problemi su Fairphone 4.

App Lounge

È lo store alternativo di e/OS: gran parte delle app del Play Store è disponibile. Per quelle mancanti si può fare richiesta alla community, che dà priorità alle app più richieste.

Conclusione

Come accennavo, Youtube rimane l’unico servizio di Google che continuo a usare; lo ritengo molto utile. Ormai è diventato la mia fonte di informazione, studio e approfondimento.
Per il resto, sono soddisfatto della transizione. Parlo sempre bene del mio Fairphone e consiglio e/OS a chi tiene davvero alla propria privacy.
Sarò sincero, nonostante e/OS abbia gran parte delle App che permettono di fare le comuni azioni che ci si aspetta da uno smartphone, serve un pochino di spirito di adattamento e magari cambiare delle abitudini, per esempio per alcune App ho preferito usare solo la versione web e quindi da PC oppure sotto forma di PWA, in questo modo ho colto l’occasione di eliminare il superfluo, però se sei un utente che non vuole avere nessun tipo di problema allora Android o iOS rimane la scelta consigliata.

Grazie per aver letto questo articolo!
Se noti qualche inesattezza o hai bisogno di chiarimenti non esitare a contattarmi. Farò del mio meglio per correggere eventuali errori o rispondere al più presto.

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